Ok,l'idea non è tutta farina del mio sacco.Ringraziamenti vanno al cappuccino vivificante di questo pomeriggio,agli ultimi due post del blog di un'amica (un po' di pubblicità non richiesta: http://quiabbiamoibiscotti.blogspot.com/2011/03/21-lusinghe-uditive.html anche se non è della blogoclasse, ha un gran bel blog!),e al mio bonsai,silente,morente,ma presente.Ah,ringrazio anche Lady Pigrizia e questa splendente giornata uggiosa che uggiosamente concilia il mio uggioso studio.(Non in progress).
Dunque,farò degli elenchi quando mi andrà (non faccio più promesse,come avrete notato la descrizione delle sette meraviglie si è fermata alla prima) circa i piaceri dei cinque sensi più uno:Olfatto,Gusto,Vista,Udito,Tatto e Senso Indefinito che vi definirò più in là.E' gradita la vostra partecipazione per arricchire la lista,naturalmente io la aggiornerò secondo i miei gusti ma se avete suggerimenti li aggiungerò volentieri (tranquilli,vi citerò u.u)
Detto questo...
1)Odore di cappuccino o caffè nel primo mattino o primo pomeriggio
2)Senso di onnipotenza al profumo di pulito che invade la stanza a cui muovi guerra da due ore
3)Profumo di pane caldo per strada mentre torni a casa verso l'ora di pranzo
4)Odore della vernice fresca sulle pareti appena ridipinte
5)Sniffare le pagine ruvide di un libro e cercare di definire se l'odore ti piace o meno
6)Appropiarti,tu le tue narici i tuoi polmoni e chiunque altro voglia partecipare,dell'odore/profumo/essenza del mare (preferibilmente quando è un po' agitato,magnificamente quando è in tempesta)
7)Odore ipnotico del sugo che cuoce in pentola e che guida la tua mano prima verso il pezzo di pane sul tavolo,poi verso i fornelli,poi dentro la pentola e poi...interviene il gusto.Ma all'inizio è tutta colpa di quel maledetto naso,è Lui che comanda.
8)Intruglio poco convincente che hai cucinato TU (il sugo del punto 7 può essere solo opera di Mamma) e che miracolosamente...ha un buon odore.
9)Affondare il naso orgogliosa nel tuo primo bucato e quasi collassare per il profumo.(molto probabilmente perchè,oltre ai miscugli chimico-esplosivi di venti detersivi diversi usati affinchè uscisse vagamente decente,non l'hai sciacquato molto bene.)
10)Odore di salsedine sulla pelle
11)Odore della terra bagnata dopo la pioggia
12)Cioccolata.(Elemento pericolosissimo:Nessuno dei cinque sensi più uno può resistergli.)
13) .....to be continued.Cosa manda in delirio il vostro naso?Sbizzarritevi! ;)
domenica 27 marzo 2011
venerdì 25 marzo 2011
Morte?Ssstttt!
Ultimo incontro dei quattro previsti del Centro di Medical Humanities della facoltà.
Argomento:Antropologia della morte.
Si,non è un tema leggero,e neanche tanto allegro in effetti...ma dei tre che ho seguito è stato quello che mi ha colpita di più,per il modo in cui è stato trattato,per la delicatezza e la profondità dell'argomento,per la capacità dei relatori d'integrare l'ieri e l'oggi,il passaggio da una morte "addomesticata",in cui si accettava serenamente questo evento come parte naturale della vita,alla morte "medicalizzata" di oggi,morte che è diventata quasi un taboo,io stessa affermando di essere persino affascinata da questo argomento rischio di passare per una mezza matta,perchè sulla morte non si scherza,della morte non si parla,lo stesso termine ha così tanti sinonimi più dolci contemplabili che Santo cielo!Perchè se siamo vivi dobbiamo pensare alla morte!Cambiamo discorso!
...E invece no.Credo sia estremamente importante,soprattutto per noi studenti di medicina,riflettere su questo argomento:Verrebbe naturale pensare che una volta assodato che il paziente è destinato a morire,e non c'è nient'altro da fare,che il compito del medico sia finito,il grande guerriero che combatte ogni giorno contro la morte rende le armi e passa al nuovo caso...niente di più falso,anche in questo momento estremo si aprono prospettive e possibilità inimmaginabili,in cui il medico può e deve fare la sua parte...:Migliorare la "qualità della morte" del paziente.Essere in grado di relazionarsi e comunicare con i familiari della persona malata.Non lasciare il malato "terminale" da parte,ma "prendersi cura" di lui,anche se per il poco tempo che gli rimane.
Riassumere l'intera conferenza sarebbe impossibile,gli interventi sono stati tanti e le questioni toccate molteplici,dal rapporto medico-paziente,all'incapacità dei medici di oggi di "comunicare" e collaborare,la questione del testamento biologico,del limite fra cura e accanimento terapeutico...e io stessa non saprei rendere giustizia a quanto è stato detto,ho ancora la mente fresca di riflessioni,sensazioni ed emozioni confuse.
Sono questioni molto più grandi di me,eppure sono in grado di starci tutte in questa mia piccola vita,nella vita di tutti noi,più o meno direttamente.
"Come possiamo affrontare noi medici la difficile realtà della morte,come approcciarci in situazioni così delicate,qual è la risposta?"-hanno chiesto a un certo punto.E il relatore ha risposto,molto umilmente e con semplicità:
"La risposta credo sia nella compassione."
Ho sorriso.Non me l'aspettavo.
Compassione.Curare nel senso di "prendersi cura".Accettare i nostri limiti di uomini,valorizzare il nostro essere uomini e non macchine biologicamente e chimicamente funzionanti che dopo un po' si guastano,si rompono.Tecnologia amica,ma non padrona.Migliorare la qualità della vita,migliorare la qualità della morte.Tutto questo e molto di più.
Tenete d'occhio le attività del Centro Medical humanities,aiutano a dare uno spessore e degli spunti di riflessione per la nostra professione che nessun libro di anatomia o di istologia potrà darci.
Argomento:Antropologia della morte.
Si,non è un tema leggero,e neanche tanto allegro in effetti...ma dei tre che ho seguito è stato quello che mi ha colpita di più,per il modo in cui è stato trattato,per la delicatezza e la profondità dell'argomento,per la capacità dei relatori d'integrare l'ieri e l'oggi,il passaggio da una morte "addomesticata",in cui si accettava serenamente questo evento come parte naturale della vita,alla morte "medicalizzata" di oggi,morte che è diventata quasi un taboo,io stessa affermando di essere persino affascinata da questo argomento rischio di passare per una mezza matta,perchè sulla morte non si scherza,della morte non si parla,lo stesso termine ha così tanti sinonimi più dolci contemplabili che Santo cielo!Perchè se siamo vivi dobbiamo pensare alla morte!Cambiamo discorso!
...E invece no.Credo sia estremamente importante,soprattutto per noi studenti di medicina,riflettere su questo argomento:Verrebbe naturale pensare che una volta assodato che il paziente è destinato a morire,e non c'è nient'altro da fare,che il compito del medico sia finito,il grande guerriero che combatte ogni giorno contro la morte rende le armi e passa al nuovo caso...niente di più falso,anche in questo momento estremo si aprono prospettive e possibilità inimmaginabili,in cui il medico può e deve fare la sua parte...:Migliorare la "qualità della morte" del paziente.Essere in grado di relazionarsi e comunicare con i familiari della persona malata.Non lasciare il malato "terminale" da parte,ma "prendersi cura" di lui,anche se per il poco tempo che gli rimane.
Riassumere l'intera conferenza sarebbe impossibile,gli interventi sono stati tanti e le questioni toccate molteplici,dal rapporto medico-paziente,all'incapacità dei medici di oggi di "comunicare" e collaborare,la questione del testamento biologico,del limite fra cura e accanimento terapeutico...e io stessa non saprei rendere giustizia a quanto è stato detto,ho ancora la mente fresca di riflessioni,sensazioni ed emozioni confuse.
Sono questioni molto più grandi di me,eppure sono in grado di starci tutte in questa mia piccola vita,nella vita di tutti noi,più o meno direttamente.
"Come possiamo affrontare noi medici la difficile realtà della morte,come approcciarci in situazioni così delicate,qual è la risposta?"-hanno chiesto a un certo punto.E il relatore ha risposto,molto umilmente e con semplicità:
"La risposta credo sia nella compassione."
Ho sorriso.Non me l'aspettavo.
Compassione.Curare nel senso di "prendersi cura".Accettare i nostri limiti di uomini,valorizzare il nostro essere uomini e non macchine biologicamente e chimicamente funzionanti che dopo un po' si guastano,si rompono.Tecnologia amica,ma non padrona.Migliorare la qualità della vita,migliorare la qualità della morte.Tutto questo e molto di più.
Tenete d'occhio le attività del Centro Medical humanities,aiutano a dare uno spessore e degli spunti di riflessione per la nostra professione che nessun libro di anatomia o di istologia potrà darci.
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martedì 22 marzo 2011
Felice Ostara!
Ieri era l'Equinozio di Primavera,dunque mi sento in dovere di augurarvi seppur in ritardo una "Felice Ostara" a tutti!Di cosa sto parlando?Semplicemente della festività dell'Equinozio di Primavera, celebrata dalle religioni pagane...personalmente sono cristiana,ma trovo molto affascinanti queste religioni che si rifanno al culto e alla celebrazione della natura o,meglio,della Madre Terra,e direi che ultimamente non farebbe male a nessuno di noi omaggiare un po' il nostro pianeta,perciò perchè non conoscere un po' queste tradizioni lontane dalla nostra?
In sintesi...
Oltre alla Primavera però,ieri si è celebrata anche la Giornata Mondiale della Poesia....e anche se in ritardo,non posso evitare di dedicare un post ad una delle più belle invenzioni umane.Invenzione?O scoperta di qualcosa che avevamo già dentro?
In sintesi...
"Ostara è uno degli otto sabbat neopagani.Si celebra il giorno dell'equinozio di primavera ed è condivisa più o meno da tutte le religioni pagane moderne.Auguro dunque un felice percorso di crescita e rinnovamento,sperando che questa primavera ci porti giorni migliori!
La festa di Ostara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita.
E' il periodo della crescita e del rinnovamento." (cit.)
Oltre alla Primavera però,ieri si è celebrata anche la Giornata Mondiale della Poesia....e anche se in ritardo,non posso evitare di dedicare un post ad una delle più belle invenzioni umane.Invenzione?O scoperta di qualcosa che avevamo già dentro?
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domenica 20 marzo 2011
We watch our world fall apart...
Brother, my brother
Tell me what are we fighting for
We've got to end this war
We should love one another
Oh, can't we just pretend
This war never began?
We can try
Brother my brother
We face each other from different sides
The anger burns can't remember why
It's kind of crazy to cause so much pain
Our foolish pride makes us hate this way
We watch our world fall apart
Tell me what good is winning
When you lose your heart?
Brother my brother
Tell me what are we fighting for
Isn't life worth so much more
We should love one another
Oh, can't we just pretend
This war never began?
Tell me why
Brother my brother
Yes
We can try
Brother my brother
Yes
Let's take a moment to look deep inside
and say we're willing to give love a try
we're not as different as we seem to be
there's so much more to me than what you see
It don't have to be this way
Think about the consequences
then turn around and walk away
Brother my brother
Tell me what are we fighting for
Isn't life worth so much more?
We should love one another
Oh, can't we just pretend
This war never began?
Tell me why
Brother my brother(x2)
Tell me what are we fighting for
We've got to end this war
We should love one another
Oh, can't we just pretend
This war never began?
We can try
Brother my brother
We face each other from different sides
The anger burns can't remember why
It's kind of crazy to cause so much pain
Our foolish pride makes us hate this way
We watch our world fall apart
Tell me what good is winning
When you lose your heart?
Brother my brother
Tell me what are we fighting for
Isn't life worth so much more
We should love one another
Oh, can't we just pretend
This war never began?
Tell me why
Brother my brother
Yes
We can try
Brother my brother
Yes
Let's take a moment to look deep inside
and say we're willing to give love a try
we're not as different as we seem to be
there's so much more to me than what you see
It don't have to be this way
Think about the consequences
then turn around and walk away
Brother my brother
Tell me what are we fighting for
Isn't life worth so much more?
We should love one another
Oh, can't we just pretend
This war never began?
Tell me why
Brother my brother(x2)
Forse un po' dissonante in questo nuovo tempo di guerra che ci sta venendo incontro,in cui siamo già dentro,forse no.Ogni guerra è uguale all'altra.Non c'è differenza nel risultato.
Sentire di truppe,aerei,navi che partono,sottomarini e bombardamenti,le prime vittime civili,le minacce di un folle dittatore,le promesse trionfanti e gloriose di capi di Stato che hanno altre mire oltre al sostegno dei ribelli,la squallida penosa schifosa fantasia del nome "Odissea all'alba".L'Odissea non è stata affatto breve.Non è stata indolore.E qui,noi,ci avviciniamo al crepuscolo della civiltà.
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giovedì 17 marzo 2011
Auguri Italia.
Ieri sera sono andata a vedere Saviano.Ieri sera,vigilia del 17 Marzo,notte bianca per i musei di una Firenze vestita a tricolore,io mi sono messa in fila,e non una fila da niente,una fila che si allungava per oltre due strade,per entrare nella Feltrinelli ad ascoltare le parole di Roberto Saviano.Può sembrare uno strano modo di trascorrere i festeggiamenti italiani,quello di mettersi in coda davanti ad una libreria per vedere uno scrittore.Si,insomma,che diamine,Firenze ha delle piazze bellissime,i musei erano gratuiti,anche se fosse stato il mio scrittore preferito forse avrei dovuto consacrare la serata all'Italia e andare in giro,non chiudermi in una libreria per la presentazione di un libro...si,sono stata molto indecisa sul da farsi,ma alla fine quel richiamo è stato più forte.E ora so perchè.
L'Italia si festeggiava anche lì.
Una parte bellissima d'Italia.
L'Italia guerriera,che non si arrende alle mafie,l'Italia Maestra delle parole,parole che sono fiamme,parole che fanno luce,parole che raccontano storie,Storie dell'Italia e del Mondo,storie di persone che hanno fatto la Storia d'Italia,come Falcone.
L'Italia che crede,che è libera,che sogna.
L'Italia che sostiene e difende chi cerca di sostenerla e difenderla.
Credevo che non ci sarebbero state molte persone per Saviano,Firenze ieri sera era un'occasione particolarmente ghiotta.E invece sono stata piacevolmente stupita nello scoprire che la fila per Saviano era nello stesso orario forse addirittura più lunga di quella per Palazzo Pitti.
Ieri ho festeggiato l'Italia con un uomo perseguitato,che ha rinunciato ai piaceri della vita per un sogno,un ideale,per la verità.
Ieri ho festeggiato l'Italia che dopo 150 anni ha ancora voglia di sognare...e di Rinascere.
Auguri Italia.
L'Italia si festeggiava anche lì.
Una parte bellissima d'Italia.
L'Italia guerriera,che non si arrende alle mafie,l'Italia Maestra delle parole,parole che sono fiamme,parole che fanno luce,parole che raccontano storie,Storie dell'Italia e del Mondo,storie di persone che hanno fatto la Storia d'Italia,come Falcone.
L'Italia che crede,che è libera,che sogna.
L'Italia che sostiene e difende chi cerca di sostenerla e difenderla.
Credevo che non ci sarebbero state molte persone per Saviano,Firenze ieri sera era un'occasione particolarmente ghiotta.E invece sono stata piacevolmente stupita nello scoprire che la fila per Saviano era nello stesso orario forse addirittura più lunga di quella per Palazzo Pitti.
Ieri ho festeggiato l'Italia con un uomo perseguitato,che ha rinunciato ai piaceri della vita per un sogno,un ideale,per la verità.
Ieri ho festeggiato l'Italia che dopo 150 anni ha ancora voglia di sognare...e di Rinascere.
Auguri Italia.
lunedì 14 marzo 2011
Che cosa vuol dire addomesticare? (Antoine de Saint-Exupéry)
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me, sono così triste" le propose il piccolo principe.
"Vieni a giocare con me, sono così triste" le propose il piccolo principe.
"Non posso giocare con te"- disse la volpe-"non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno ", disse la volpe,"il colore del grano."
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domenica 13 marzo 2011
"SALVALA!"
"Salvala!":Il nuovo orizzonte nel mondo dello sport.
Recentemente il progresso sta raggiungendo vette inimmaginabili,ed ora anche lo Sport effettua nuove conquiste svestendosi di quell'atteggiamento elitario che da sempre ha afflitto la popolazione meno atletica seppur volenterosa."Salvala!" è lo spiraglio di luce per tutta quella fascia di popolazione in cui la sottoscritta si annovera che viene volgarmente definita degli "Imbranati".Ora anche gli Imbranati potranno dare il meglio di sè nello sport,anche gli Imbranati avranno il loro posto in questa giungla dell'esercizio fisico e della mera coordinazione dei movimenti.A chi dobbiamo tutto ciò?
Due giovani studentesse dell'ateneo fiorentino (la sottoscritta e una studentessa di biologia) hanno deciso,questo pomeriggio,di abbattere le barriere della discriminazione,di sfidare il losco sistema di regole e punteggi imposti,effettuando i propri studi...su un tavolo da Ping Pong.In questo pomeriggio domenicale privo di qualsivoglia desiderio di studiare le giovani ricercatrici hanno mutato le regole del Ping Pong,gioco inutile e noioso per chi non riesce a tenere in gioco sul campo la malefica pallina per più di un colpo a racchetta.Sulla scia dell'amletico problema "Palla,dove sei?" (emergente ogni volta che la pallina sgattaiola sotto ai tavoli o s'incastra fra le sedie) si è deciso di rinnovare la fetida atmosfera di umiliazione con una nuova,raggiante filosofia:"Finchè rimbalza c'è speranza."
Come giocare,miei buoni,cari Imbranati?E' semplice.Iniziate a giocare a Ping Pong normalmente,e nel momento in cui la pallina va fuori campo...Lanciatevi.Recuperatela,facendola rimbalzare contro il muro,rincorretela per tutta la stanza,passandola anche con mosse da tennis al vostro avversario,perchè FINCHE' RIMBALZA C'E' SPERANZA,l'importante è che rimbalzi e non si metta a rotolare...trascinerete probabilmente sedie,urterete il tavolo con le racchette,avrete bisogno di ginocchiere e spirito di sacrificio,ma non permettete mai che essa finisca per rotolare malinconicamente.Salvatela,dunque.E vi sentirete vivi,grandi sportivi (anche perchè la pallina da Ping Pong lascia diverse chances,rimbalzando numerose volte anche da sola),suderete la vostra maglietta con orgoglio correndo come idioti e demolendo la stanza!GIOITE POPOLO DI ATLETI MANCATI!
A breve vi posterò i nuovi orizzonti per gli Imbranati Pigri,per cui Salvala! richiede troppa fatica.Il tempo di studio perso questo pomeriggio lo recupererò stasera:Con una sana ed erudita partita a Taboo.
Bon Voyage!
Recentemente il progresso sta raggiungendo vette inimmaginabili,ed ora anche lo Sport effettua nuove conquiste svestendosi di quell'atteggiamento elitario che da sempre ha afflitto la popolazione meno atletica seppur volenterosa."Salvala!" è lo spiraglio di luce per tutta quella fascia di popolazione in cui la sottoscritta si annovera che viene volgarmente definita degli "Imbranati".Ora anche gli Imbranati potranno dare il meglio di sè nello sport,anche gli Imbranati avranno il loro posto in questa giungla dell'esercizio fisico e della mera coordinazione dei movimenti.A chi dobbiamo tutto ciò?
Due giovani studentesse dell'ateneo fiorentino (la sottoscritta e una studentessa di biologia) hanno deciso,questo pomeriggio,di abbattere le barriere della discriminazione,di sfidare il losco sistema di regole e punteggi imposti,effettuando i propri studi...su un tavolo da Ping Pong.In questo pomeriggio domenicale privo di qualsivoglia desiderio di studiare le giovani ricercatrici hanno mutato le regole del Ping Pong,gioco inutile e noioso per chi non riesce a tenere in gioco sul campo la malefica pallina per più di un colpo a racchetta.Sulla scia dell'amletico problema "Palla,dove sei?" (emergente ogni volta che la pallina sgattaiola sotto ai tavoli o s'incastra fra le sedie) si è deciso di rinnovare la fetida atmosfera di umiliazione con una nuova,raggiante filosofia:"Finchè rimbalza c'è speranza."
Come giocare,miei buoni,cari Imbranati?E' semplice.Iniziate a giocare a Ping Pong normalmente,e nel momento in cui la pallina va fuori campo...Lanciatevi.Recuperatela,facendola rimbalzare contro il muro,rincorretela per tutta la stanza,passandola anche con mosse da tennis al vostro avversario,perchè FINCHE' RIMBALZA C'E' SPERANZA,l'importante è che rimbalzi e non si metta a rotolare...trascinerete probabilmente sedie,urterete il tavolo con le racchette,avrete bisogno di ginocchiere e spirito di sacrificio,ma non permettete mai che essa finisca per rotolare malinconicamente.Salvatela,dunque.E vi sentirete vivi,grandi sportivi (anche perchè la pallina da Ping Pong lascia diverse chances,rimbalzando numerose volte anche da sola),suderete la vostra maglietta con orgoglio correndo come idioti e demolendo la stanza!GIOITE POPOLO DI ATLETI MANCATI!
A breve vi posterò i nuovi orizzonti per gli Imbranati Pigri,per cui Salvala! richiede troppa fatica.Il tempo di studio perso questo pomeriggio lo recupererò stasera:Con una sana ed erudita partita a Taboo.
Bon Voyage!
sabato 12 marzo 2011
Piccoli grandi sogni nascono....
Avrei voluto trovare la scena integrale del film,è molto più coinvolgente di queste immagini che si susseguono noiosamente...ma ahimè,questo è tutto quello che You tube è riuscito a darmi,solo il file audio.Poco male,le parole non perdono la loro bellezza.Lui è Patch Hunter Adams,un po' il mio "mentore",da non confondere con "idolo" perchè essendo umano anche lui può commettere errori e alcune sue idee possono essere non condivisibili.Io ne condivido la maggior parte...insomma,sta di fatto che Amo quest'Uomo Folle.XD E probabilmente vi farò una testa tanto con questa persona.Già,persona e non personaggio,perchè Patch non è il fiabesco protagonista di un film,Patch è una persona viva e reale che ad oggi ha la bellezza di 66 anni,diverse strutture del Gesundeith Institute,il suo ospedale-comunità,sono già in piedi e lui gira per il mondo per donare aiuti,sorrisi e per raccogliere fondi per realizzare il suo sogno.Senza contare che i nasi rossi si diffondono ormai a macchia d'olio.Per adesso basta così,a breve vi narrerò più approfonditamente di lui.
ps.Chiedo scusa per il colpo apoplettico che sarà venuto ai fan accaniti di Doctor House,chiara antitesi di Patch... :) Ma io appartengo all'altro schieramento,mi dispiace!
ps.Chiedo scusa per il colpo apoplettico che sarà venuto ai fan accaniti di Doctor House,chiara antitesi di Patch... :) Ma io appartengo all'altro schieramento,mi dispiace!
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Patch Adams,
Potere di un'idea
venerdì 11 marzo 2011
I shall not live in vain.
If I can stop one heart from breaking
I shall not live in vain
If I can ease one life the aching
Or cool one pain
Or help one fainting robin
Unto his nest again
I shall not live in vain.
Se potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
(Emily Dickinson)
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Poesia
mercoledì 9 marzo 2011
Restart
Edit: Questo blog è nato e cresciuto come progetto per un esame d'informatica all'università.
Inaspettatamente, ha deciso di non morire con esso, ma di gironzolare ancora sui binari del cyberspazio senza scopo preciso.
Saltate a bordo se vi va, ma senza grandi aspettative o pretese da un treno che non conosce nemmeno il proprio nome.
Inaspettatamente, ha deciso di non morire con esso, ma di gironzolare ancora sui binari del cyberspazio senza scopo preciso.
Saltate a bordo se vi va, ma senza grandi aspettative o pretese da un treno che non conosce nemmeno il proprio nome.
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