martedì 22 marzo 2016

Einstein aveva torto

Ogni mattino ti svegli e il mondo entra nella tua vita.
Ogni mattino ti svegli e il mondo entra nella tua vita con il suo bagaglio di notizie fresche di giornata, e accade a volte che una notizia sia più forte e pesante di altre, più ingombrante, come il mattino in cui ti svegli e all'interno dei confini della tua fetta di mondo sicuro e pacifico c'è stato un attentato.

Non è più la prima volta ormai, non c'è più un senso di sconcertata sorpresa, è un fiorire di nervi tesi per quel "no, di nuovo", sai già come affronteranno la situazione i giornalisti, hai imparato a cercare fra le righe dei servizi televisivi, sai che avrai una stretta allo stomaco quando questo o quel capo di Stato deciderà di parlare a questa o quella nazione o all'Europa intera, perché hai paura di quello che potrebbe dire, hai paura di quello che potrebbe chiedere.
Ti mordicchi il labbro spegnendoti un po' di più ogni volta che il bilancio delle vittime sale anche solo di una cifra, appena leggi il luogo dell'attentato fai una ricognizione mentale veloce e un po' confusa delle tue conoscenze: qualcuno che conosci abita lì? Qualcuno è lì per studio, per lavoro, per piacere?
Nei giorni come questi vorrei infilare la testa sotto le coperte e non far entrare il mondo, fatto di mostri che balzano fuori dall'armadio e mostri sotto al letto pronti a combattere i primi. Non voglio assistere a questa lotta fra titani, a questa disgustosa e mortale gara a chi ce l'ha più lungo e più duro, perché no, non mi sento protetta e al sicuro sapendo che ci sono mostri nell'armadio pronti a far strage di tutto ciò che amo, e allo stesso tempo non mi sento al sicuro sapendo che altri mostri balzeranno da sotto il letto pronti a difendermi, pronti a far strage di tutto ciò che qualcun'altro ama.

I mostri dell'armadio vogliono che io resti sotto le coperte a tremare, vogliono che io non esca dalla mia stanza, vogliono che inizi ad odiare tutto ciò che mi ricorda loro, vogliono che io veda un mostro in qualunque volto simile al loro.
I mostri sotto al letto vogliono che io resti sotto le coperte a tremare, che chiami a gran voce il loro aiuto e la loro violenza, vogliono che sia cieca alle differenze e che mi disinteressi di cause e conseguenze, vogliono che sia obbediente e grata indiscriminatamente per la loro protezione e i loro errori, vogliono che inizi ad odiare tutto ciò che non mi somiglia, vogliono che veda un mostro in qualunque volto diverso dal mio.

In mezzo alla battaglia ci siamo noi, razza di poveracci che un mattino ci svegliamo e scopriamo che c'è stato un attentato, e se sei afghana pensi a tuo figlio che è ricoverato in ospedale a Kunduz, e Allah ti prego fa' che l'ospedale di cui parlano non sia quello, e se sei italiana pensi a tua sorella in Erasmus a Bruxelles che non risponde al telefono, e Dio ti prego fa' che stamattina non abbia preso la metropolitana.

Quando ti svegli il mondo entra nella tua vita senza bussare, e porta con sé la notizia shock, i mostri dell'armadio, la tensione, le preghiere, la paura, i chiarimenti, i bilanci, il dolore, e poi gli sciacalli, i mostri sotto al letto, l'odio, l'ignoranza, la vendetta, la giostra inizia a girare vorticosamente senza fermarsi ed io distinguo ormai solo mostri e vittime.

Mi dispiace signor Einstein, ma in questi giorni io vedo due razze: una è sicuramente quella umana, l'altra di sicuro non lo è.

9 commenti:

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    1. (torno sempre, prima o poi :) non ho sempre molto da dire, ma fortunatamente ho molto da leggere, e per quello anche se invisibile ci sono sempre ;) )

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  2. torno qui, ogni tanto, sperando di trovarti.
    torno qui, ogni tanto, e resto deluso. manchi. :)

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    1. Torno qui, e scopro questo commento, che mi fa una tenerezza infinita, perché non me l'aspettavo per niente :) Potrei prometterti che tornerò ma forse sarei ipocrita, il tempo mi ha un po' prosciugato la voglia e le parole, non credo di essere più capace di metterle l'una in fila all'altra in modo piacevole, e di superfluo l'internet ne è pieno. Però mi hai fatto tornare la voglia di scoprire i meandri di questa piattaforma e spiare un po' come si sono evoluti i vostri, di mondi, nel frattempo. Metterò un breve post di aggiornamento a breve, ma non posso dire che sarà un ritorno perché ogni cosa è bella solo quando è spontanea ;) Grazie infinite però Monsieur Kovalski, mi hai donato un sorriso.

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    2. ed ora è il Kovalski che sorride, invece. e grazie a te, davvero.
      e se non vuoi scrivere qui, mail.a.kovalski@gmail.com ...

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  3. ci riprovo, magari stavolta funziona: mail.a.kovalski@gmail.com
    usala. scrivimi.

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  4. Ti chiedo scusa per averti fatto aspettare tanto, magari non ripasserai nemmeno da qui: come ti avevo anticipato, riconciliarmi con la parola scritta è un po' complicato per me, e fondamentalmente non sapevo bene di che scrivere. Ora che sto raccogliendo il fagotto di pensieri per una nuova partenza, ho pensato che fosse carino raccogliere il fagotto qui, in questo blog che ha tracciato l'inizio del mio primo viaggio, così da chiudere il cerchio. Non so se tornerò a scrivere qui, se questo sia un nuovo inizio fra queste pagine oppure no, ma ancora una volta grazie K: è bello scoprire che qualcuno ha voglia di leggerti.
    Un abbraccio virtuale, spero che la vita ti stia andando bene e che continui a sorprenderti positivamente :)

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    1. Facciamo che almeno se decidi per una nuova partenza mi fai sapere il nuovo indirizzo a cui leggerti... Credo di meritarlo 😁

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