mercoledì 20 febbraio 2013

Respiri.

Apri la finestra, l'aria fredda d'inverno ti arriva addosso e la notte ti mangia via le ansie e la stanchezza.E assapori il privilegio di guardare il mondo addormentato dal sesto piano,sopra le voci,sopra i rumori,sopra i tetti,sopra la vita.Ma anche,miracolosamente,dentro.
Le luci del viale si sono fatte calde e soffuse,strada tanto caotica di giorno quanto rilassata e sonnolenta di sera,solo ogni tanto la scia di una macchina o di una moto che scivolano sull'asfalto rompono il silenzio,ma senza infastidire,s'insinuano con ritmo lento,quasi ciclico,vagabondo,si perdono nel nulla.Le inghiotte il silenzio,le inghiotte l'assenza di una destinazione,come se non fossero dirette verso un luogo in particolare,come se il loro destino fosse solo andare.Attraversare.
Passi affrettati,qualcuno sul marciapiede,qualcuno indugia alla fermata del bus.Si guarda i piedi,ignorando che sopra la propria testa le colline si sono fatte piccoli diamanti grezzi di luci in lontananza.
Quello che dà il nome alla città di giorno al buio non si vede,le ombre hanno spento cupole,storie,miti,glorie passate,il tempo.La notte si è presa pure il tempo,lo ha rubato agli uomini perchè per un po' non ne sentissero il peso.
Ed io peso non ne ho più,su questo davanzale.
Sorrido,piccola ed umana.
L'aria d'inverno mi si plasma addosso.
Respiro.




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